Lavoro intermittente: principali modalità di “chiamata” del lavoratore



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In breve

Vista l’importanza (anche numerica) di questa modalità di svolgimento del lavoro e in considerazione delle numerose ispezioni svolte dalle Autorità, con i pubblici esercizi spesso al centro dell’attenzione, si riportano le più importanti informazioni e gli obblighi in capo al datore di lavoro. Attenzione al DVR, aggiornato con il piano di emergenza ed evacuazione.

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Come noto, il lavoro intermittente è caratterizzato dalle prestazioni a carattere discontinuo rese dal lavoratore secondo le richieste dell’impresa.

Il datore di lavoro è tenuto a comunicare in via telematica ogni chiamata del lavoratore, secondo le modalità definite dal decreto interministeriale del 27 marzo 2013 e dalla successiva circolare n. 27 del 27 giugno 2013 .

Questa comunicazione dal 1° dicembre 2016 è di competenza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Si riportano di seguito le principali modalità di comunicazione telematica di chiamata del lavoratore

Per utilizzare la casella di posta, non è necessario che l’indirizzo e-mail del mittente sia un indirizzo di posta elettronica certificata, poiché è stata abilitata a ricevere comunicazioni anche da indirizzi di posta non certificata.

Attenzione: in tema di “lavoro a chiamata”, si ricorda che è vietato il ricorso al lavoro intermittente ai datori di lavoro che non hanno effettuato la valutazione dei rischi in applicazione della normativa di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. In pratica la mancanza del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) comporta la conversione del rapporto di lavoro intermittente in un ordinario rapporto di lavoro subordinato. I DVR che risalgono a qualche anno fa (o addirittura le “autocertificazioni”) vanno aggiornati, inserendo anche il piano di emergenza ed evacuazione.

Maggiori informazioni

Per maggiori informazioni è sufficiente contattare il servizio paghe dell’APPE (tel. 049.7817233 – email paghe@appeservice.it).



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