Recensioni a pagamento: a quando lo stop agli “squali 2.0” del web?



In breve

La questione delle false recensioni che colpiscono le imprese di ristorazione e le strutture ricettive sta diventando sempre più spinosa. Sono in aumento, infatti, le segnalazioni in merito ad offerte provenienti da alcuni operatori della rete per “correggere” eventuali valutazioni...

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La questione delle false recensioni che colpiscono le imprese di ristorazione e le strutture ricettive sta diventando sempre più spinosa.

Sono in aumento, infatti, le segnalazioni in merito ad offerte provenienti da alcuni operatori della rete per “correggere” eventuali valutazioni negative pubblicate su siti come, ad esempio, quello di Tripadvisor. Tali recensioni possono influenzare i consumatori, producendo effetti distorsivi sulla loro percezione, e ingannarli sulla reale qualità dei servizi e prodotti offerti.

Diversi associati APPE segnalano di essere stati contattati da “misteriose società” che propongono, ovviamente a pagamento, l’inserimento di false recensioni positive. Il listino prezzi di questo “torbido mercato” prevede, ad esempio, 1 recensione da 5 stelle a 10 euro, oppure 5 a 40 euro o 10 a 70 euro e via elencando. C’è persino un servizio di abbonamento a 100 euro mensili con 30 recensioni.

La parlamentare europea Elisabetta Gardini – affiancata dalle colleghe di Forza Italia Elena Donazzan (assessore regionale del Veneto) ed Eleonora Mosco (ex vice sindaco di Padova) – ha presentato alla Commissione Europea un’interrogazione con richiesta di risposta scritta per chiedere quali misure possono essere adottate per garantire e proteggere gli operatori economici, in particolare quelli di piccole dimensioni.

La Commissione ha adottato «gli orientamenti per l’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali (direttiva 2005/29/CE), che includono un capitolo sul settore online e i siti di recensioni».



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