I bar sono pubblici esercizi, non … “servizi pubblici”!
In breve
Ha fatto notizia l’episodio che vede protagonista un esercente padovano che, per la consegna ai clienti della chiave dei servizi igienici, chiede l’esibizione di un documento d’identità. «L’utilizzo dei bagni – dichiara Filippo Segato, Segretario dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) di Padova...
...Ha fatto notizia l’episodio che vede protagonista un esercente padovano che, per la consegna ai clienti della chiave dei servizi igienici, chiede l’esibizione di un documento d’identità.
«L’utilizzo dei bagni – dichiara Filippo Segato, Segretario dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) di Padova – è sempre stato un “tema caldo” per la nostra categoria, tanto è vero che spesso viene tirato in ballo dagli esercenti, dai consumatori o dalle autorità».
Secondo l’Associazione dei baristi, alla base delle tante incomprensioni c’è sempre un equivoco di fondo, che riguarda la messa a disposizione gratuita dei servizi igienici.
«In effetti – conferma Segato – sono sempre numerose le segnalazioni che giungono in Associazione, riguardanti la pretesa, da parte dei “clienti” (che in realtà tali non sono) di utilizzare gratuitamente i servizi igienici senza ordinare nulla… evidentemente si confonde il termine “pubblico esercizio” con “servizio pubblico”!».
«In realtà – prosegue Segato – una sentenza del TAR Toscana, risalente al 2010, ha definitivamente chiarito che l’esercente può riservare l’utilizzo dei bagni esclusivamente ai clienti del locale, tanto è vero che abbiamo già da allora predisposto un apposito cartello informativo».
Nel caso particolare del bar posto al capolinea sud del tram, sembra invece che la richiesta di esibire il documento sia dovuta a una sorta di “autotutela” dell’esercente, per evitare che i clienti, più o meno sbadatamente, si portino via le chiavi dei servizi, per magari utilizzarle di notte per entrare nell’esercizio.
«Non conosco il caso specifico – risponde il Segretario – ma, qualora il problema fosse di questo genere, siamo pronti a coadiuvare l’esercente nella richiesta, da fare al proprietario dell’immobile, di adeguare la struttura affinché l’utilizzo dei servizi igienici non vada a discapito dell’attività imprenditoriale».
L’APPE specifica inoltre che l’unico caso in cui un esercente può legalmente richiedere l’esibizione di un documento, è per verificare la maggiore età di un cliente, nel caso che questi gli richieda una bevanda alcolica.
«Anche per questo motivo – conclude Segato – si possono proporre misure alternative, come ad esempio un lettore di codici a barre, come già viene fatto in molti altri esercizi, da stampare nello scontrino della consumazione e utilizzabile soltanto in una determinata fascia oraria».