Home restaurant, arrivano le prime multe!



In breve

Soddisfatti i ristoratori: «Finalmente chiarezza» A Torino i NAS sanzionano irregolarità amministrative ed igienico-sanitarie «Lo avevamo preannunciato e denunciato fin dall’inizio – attacca soddisfatto Erminio Alajmo, Presidente dell’APPE di Padova – che le attività di home restaurant sono illegali: adesso arrivano le prime multe a...

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Soddisfatti i ristoratori: «Finalmente chiarezza»

A Torino i NAS sanzionano irregolarità amministrative ed igienico-sanitarie

«Lo avevamo preannunciato e denunciato fin dall’inizio – attacca soddisfatto Erminio Alajmo, Presidente dell’APPE di Padova – che le attività di home restaurant sono illegali: adesso arrivano le prime multe a certificarlo».

Il riferimento del “numero uno” dei ristoratori padovani è alla sanzione di seimila euro comminata dai NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) di Torino a un “ristorante casalingo” del capoluogo piemontese, per carenze amministrative e igienico-sanitarie.

Gli home restaurant sono attività in cui un privato organizza cene nella propria abitazione: per partecipare è richiesta una prenotazione su un apposito sito web e, al termine del pasto, è previsto il pagamento del prezzo corrispondente.

I NAS si sono attivati a seguito della Circolare del Ministero delle Attività Produttive dello scorso aprile, che equipara in tutto e per tutto le attività di home restaurant ai veri e propri ristoranti, assoggettandoli anche agli stessi obblighi che devono rispettare le regolari imprese di somministrazione di alimenti e bevande.

«Stesso mercato, stesse regole – dichiara Alajmo – è il motto che dovrebbe guidare le Autorità nei controlli verso le tante, troppe, attività di somministrazione parallela o, sarebbe meglio dire, illegale: mi riferisco non solo all’home restaurant, ma anche ai finti circoli privati, alle sagre, ai finti agriturismo, alle parrocchie, alle feste in villa e tanti altri … ».

Già a maggio l’Associazione degli esercenti, che rappresenta circa 700 ristoratori nel Padovano, aveva scritto una lettera a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia di Padova, per sensibilizzarli sul problema, e adesso tornerà alla carica.

«Scriveremo ancora – conferma Alajmo – affinché questo fenomeno abusivo e illegale venga stroncato prima che possa svilupparsi a danno delle regolari attività e, soprattutto, dei consumatori, che devono potersi recare in locali autorizzati, in regola con le norme igieniche, fiscali, amministrative, di sicurezza e di ordine pubblico».

Soddisfazione, ma anche amarezza, sono i sentimenti che vivono gli esercenti padovani.

«Soddisfazione – dichiara Alajmo – perché le nostre segnalazioni vengono sempre confermate dai fatti, ma anche amarezza perché in occasione dei pochissimi controlli che vengono effettuati, emergono sempre pesanti irregolarità. Mi riferisco, ad esempio, all’operato dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia Romagna che ha smascherato vere e proprie attività commerciali che, utilizzando lo schermo del “no profit”, beneficiavano ingiustamente di privilegi tributari: tra imposte e sanzioni, sono state richieste dall’Erario diverse centinaia di migliaia di euro».



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