Bar e caffè: cosa fare quando i conti non tornano. APPE organizzerà dei corsi sul controllo di gestione



In breve

Capita spesso di sentire esercenti che affermano come, pur lavorando con una buona fetta di clientela, alla fine di un determinato periodo, quando “tirano il cassetto”, non riescono a registrare utili sufficienti a remunerare la propria attività. Per questo, si ritiene interessante...

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Capita spesso di sentire esercenti che affermano come, pur lavorando con una buona fetta di clientela, alla fine di un determinato periodo, quando “tirano il cassetto”, non riescono a registrare utili sufficienti a remunerare la propria attività.

Per questo, si ritiene interessante riportare una breve sintesi schematica della struttura del conto economico di tre diverse tipologie di bar, così come risultante da uno studio FIPE su dati SOSE. Ogni barista potrà così confrontare i dati del proprio bilancio con quelli medi generali e valutare se la sua attività è “in linea” con il mercato “medio”, oppure se occorre apportare qualche correttivo, ad esempio perché si sta pagando troppo per le materie prime, l’affitto, il personale dipendente, ecc.

Tipologia Bar pasticceria Bar giornaliero con cucina Bar generalista
Ricavi

100,0

100,0

100,0

Acquisti di materie prime, semilavorati e merci

32,6

32,3

32,0

Costi per servizi

10,0

10,8

11,3

Costi per godimento beni di terzi (affitto)

8,1

11,6

11,0

Altri costi

7,0

8,0

8,1

Spese per personale dipendente

30,0

27,0

22,7

Ammortamenti

4,7

4,7

4,6

Reddito d’impresa (prima delle imposte)

7,6

5,6

10,3

Così, ad esempio, in un bar pasticceria “medio” il costo del personale dovrebbe essere pari al 30% del totale dei ricavi e l’utile lordo di un bar generalista è pari al 10,3% del totale dei ricavi.

Su questi argomenti l’APPE organizzerà dei seminari di approfondimento, per dare modo agli esercenti di capire come muoversi nel complicato mondo del “controllo di gestione” aziendale.



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